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In calce all’incontro Che cos’è la poesia– Poeti allo specchio

Fabrizio Sapio

         Su un muro scrostato, nell’ angolo buio dell’ultima traversa del Cassaro, leggiamo un appello ignoto

Cos’è stata la poesia

Senza scomodare Nietzsche  e la sua Nascita della tragedia dallo spirito della musica, vorrei iniziare citando un testo fondamentale di Renato Tomasino: “i greci non istituivano differenze di principio tra la parola poetica il canto la musica vera e propria e la danza, tutti mezzi espressivi considerati come articolazioni diverse di un’unica arte mimetica… musiké, forma generale di una poesia spettacolo.” ( Tomasino, La forma dello spettacolo). Mi pare sufficientemente condiviso che la poesia e la musica sono frutto di un parto gemellare, frutto della necessità che ha l’homo sapiens di riunirsi , suonare e raccontarsi storie. Nel tempo si sono alternate forme e stili, ibridi come il teatro in versi, che in Italia ci porta sino a un endecasillabo concentratissimo contenente un intero dialogo ( Scegliesti ? Ho scelto. Emon ? Morte. L’avrai, Alfieri ). L’aedo era cantato, invaso e ispirato (Parlami o musa), e parlava per tutti raccontando l’epica. La lirica rinnova la modulazione del canto intimo, attento ai sentimenti personali, gli unici che sembrano tutt’ora dominare in questa temperie di individualismo e parcellizzazione.Ecco che la poesia si appropria dell’IO, rendendo suddito il TU.  (Incidentalmente, mi domando che fine abbia fatto il NOI, quello del Quarto Stato o degli inni nazionali, relegato in qualche rara prosa o in chi provi a riesumare i modi dell’epica).  Per tornare al TU, dal Taci dannunziano all’ Ascolta montaliano non colgo differenza di esortazione, ma di gradazione: entrambi chiedono di guardare attorno coi sensi, di ascoltarli con attenzione.

Cosa è per me poesia

Nella civiltà occidentale, abbandonati gli schemi tradizionali e i generi, con la pratica quasi esclusiva della lirica, che oggi usa il verso libero, e accantonando il versante del significato semantico (modulato in modi infiniti che appartengono anche alla prosa),  credo che gli unici elementi che caratterizzano il Quid poetico siano aspetti legati al significante come  il ritmo e l’assonanza e per altro verso la metonimia. Il ritmo è per me l’elemento, comune alla musica, che da sempre ha caratterizzato la poesia. In autori che hanno frequentato prosa e poesia, il ritmo della poesia si manifesta anche nella pagina prosastica. Due esempi per tutti: la scrittura di  Raymond Carver, riottoso inventore del Minimalismo nel racconto breve americano e autore di mirabili poesie narrative, e il nostro Erri De Luca.Cosa è la poesia l’avete detto voi molto m eglio di me, riempiendo la discussione di ieri con suggestioni immaginifiche,  e coerenti analisi di dati oggettivi tesi, a fare luce in una sorta di nebbia dogmatica. A rischio di spostare il discorso, aggiungerei una postilla che pare tautologica: la poesia  non è nulla senza la manifestazione del gesto poetico, in cui un essere senziente incarna il suo pensiero nella parola. Il poeta è chi si fa domande e si interroga sul mondo, colui che osserva e di volta in volta s’intenerisce, s’emoziona, s’indigna, rimane ferito a morte da ciò che vede. Osserva e poi, in modo originale e personale, tenta di rendere intellegibile al mondo la sua esperienza, di farla parola. E’ dunque azione di stupore, di scienza se vogliamo. E’ tentativo di comprensione, consapevolezza, cura.

A questo punto il poeta deve scegliere la musica migliore, la migliore parola, affinché quella vibrazione che noi chiamiamo emozione, catturata al mondo, colorata dalla sua interpretazione, continui a vibrare – attraverso la pagina – nel lettore, che ne resti stupito e consapevole. La parola deve essere precisa ma sdrucciolevole;  metonimica, se accogliamo la suggestione di Lacan , per cui la metonimia è ciò che fa vibrare una immagine facendone risuonare un’altra.

Esisterà la poesia nel futuro?

Le industrie che stanno lavorando sullo sviluppo della intelligenza artificiale – per intenderci, quelle che hanno confezionato Chat GPT – proprio in questi giorni cercano poeti in tutto il mondo,  per superare il maggiore ostacolo che ha la Intelligenza Artificiale, che conosce tutto ciò che è stato prodotto e perciò è banale e prevedibile. Ecco la qualità dell’homo sapiens che la macchina ancora non possiede: l’originalità, la creatività, quella stranezza audace che ci fa uscire dai ranghi, o alzare una mano.   Ciò ha a che fare con l’ispirazione, un pensiero fugace che tutti possono avere. Ma il poeta l’ascolta, e ascolta ancora,  e resta in ascolto. Il poeta vi si sofferma con curiosità, vi si piega con modestia, l’accoglie con pietà. Oggi, come sempre,  il senso dell’essere poeta è avere uno sguardo originale sul mondo.

 

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