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SOLIDARIETÀ ALLE POPOLAZIONI COLPITE DAL TERREMOTO

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Il grave terremoto, che in questi giorni flagella uomini e cose nelle regioni centrali dell’Italia, ha spinto alcuni a ricordare che in quei luoghi ha vissuto Giacomo Leopardi e che tra gli enormi danni provocati dal sisma si annovera anche la profanazione dei luoghi cari al poeta, resi immortali dai suoi versi, come il colle dell’Infinito. Ma il ricordo del poeta resta  parziale se confinato al periodo recanatese,  si completa invece con i versi della Ginestra, composta a Napoli negli ultimi giorni di vita, nei quali il poeta, percorrendo le pendici del Vesuvio,  considera l’enorme potere della natura sugli uomini che di fronte ad essa sono molto fragili non ostante i progressi tecnologici fatti :
E la possanza
Qui con giusta misura
Anco estimar potrà dell’uman seme,
Cui la dura nutrice, ov’ei men teme,
Con lieve moto in un momento annulla
In parte, e può con moti
Poco men lievi ancor subitamente
Annichilare in tutto.
Dipinte in queste rive
Son dell’umana gente
Le magnifiche sorti e progressive.

Di fronte alle catastrofi naturali gli uomini secondo Leopardi devono mettere da parte i contrasti e rifondare la social catena su basi di duratura, non occasionale, solidarietà.(Gabriella Maggio)

 

 

 

 

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