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Una “Rosa” per spazi sacri Personale di Giuseppe Cuccio

Dal 4 al 28 settembre 2025 è possibile ammirare a Palazzo Ziino la personale di Giuseppe Cuccio “Una rosa per spazi sacri”, curata da Aldo Gerbino. Giuseppe Cuccio interpreta la Santa protettrice di Palermo con l’intima partecipazione del palermitano e dell’artista che restituisce il tema della Patrona della città arricchendolo della sua personale interpretazione, espressa col suo inconfondibile stile, caratterizzato  dall’incisività del  segno, che assoggetta e plasma la materia e il colore. Le opere in mostra evocano un’ atmosfera di sacralità, rara in un’epoca di forte smarrimento del sacro, eppure sono vere e proprie   icone la cui funzione non è quella di illustrare un evento bensì di dare immagine al mistero. In questo spazio sacro  si colloca la vita terrena di S. Rosalia dalla fitta vegetazione del primo eremitaggio alla Quisquina, il forteto  di cui scrive Aldo Gerbino, alla santità consacrata dalla liberazione di Palermo dalla peste nel 1624, caratterizzata dalla piena fioritura delle rose d’amore e di purezza. Nei volti in terracotta della Santa Giuseppe Cuccio ha impresso un’ineffabile espressione di gaudio, mentre nei corpi disegnati al carboncino, a sanguigna scarnificati dal digiuno e dalla tensione ascetica verso Dio ha colto intero il travaglio dell’itinerarium in Deum.

 

Intense le rose rosse che irrompono  luminose  per testimoniare la santità acquisita nel lungo eremitaggio. Percorrendo le sale della mostra si ha l’impressione di osservare un retablo nel suo svolgersi, nella successione di figure incantate, di grande forza emotiva che aspirano a collocarsi, al di là dei mezzi linguistici usati, in una ineffabile condizione di trascendenza. E torna inevitabilmente in mente l’incipit di Retablo di Vincenzo Consolo, ”Rosalia. Rosa e Lia che ha inebriato….rosa che è datura”. La “datura” è una pianta che per le sue proprietà e caratteristiche simboleggia l’incantesimo e la brevità della bellezza esteriore, aspetti che ben si addicono alla scelta di vita di S. Rosalia e al suo  potere scaturito dai miracoli. Ancora oggi i palermitani e in particolare Giuseppe Cuccio ne sono inebriati.

 

 

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