Sostienici con le donazioni

Home » Letteratura » Sangue corrotto di Felicia  Buonomo ed. Interno Libri

Sangue corrotto di Felicia  Buonomo ed. Interno Libri

Tre sezioni Origine , Crepa, Voragine in climax  ascendente  compongono la silloge “Sangue corrotto” di Felicia Buonomo, edita da Interno Libri . Il nocciolo tematico dell’opera  è la  corruzione del sangue della sua  famiglia , un’idea guasta di giustizia e d’amore  a  causa  dell’ alcolismo del fratello e della morte della sorellina dopo una lunga malattia. Anatomizzando  il suo canto/urlo dall’ αἴτιον,  alla fenomenologia, alla καταστροφή ,  Felicia Buonomo  teatralizza,  come ha ben visto Franca Alaimo nella prefazione, il  suo  doloroso disagio familiare. Attraverso  la cronologia dei sentimenti, la poetessa mostra come la catena del dolore abbia pervaso la sua vita per  l’ impossibilità di chiudere il conto delle cose che non tornano/e mai si chiudono. Per questo Sangue corrotto” va letto come il racconto intimo di una donna  protesa nella difficile e non  del tutto risolta  indagine della sua esperienza affettiva, del suo contrastato abbandono alle situazioni vissute. Nell’atto della scrittura l’autrice  cerca  di dare a  questa sua esperienza  un  carattere di vicenda esemplare, di storia senza luogo e senza tempo,  reso col ricordo dell’afgana  Nadia Anjuman, uccisa dal marito per avere letto in pubblico una sua poesia d’amore, e di poetesse  suicide come Antonia Pozzi e Silvia Plath. Felicia Buonomo a suo modo  ama  molto la vita e cerca di comprenderne il senso. Illuminante in proposito  può essere una frase di  Chandra Livia Candiani  : Non voglio accettare, voglio accogliere e rispondere. Ma nella silloge la focalizzazione è incentrata più sul tentativo dell’accoglienza che  della risposta, che appare ancora  ambigua. L’amore per la vita può manifestarsi pienamente solo dopo la morte  metaforica, dopo la realizzazione del sogno di  Precipitare. Tagliare il vuoto/a braccia tese, quando potrà finalmente    ricominciare a vivere. Nell’intima  dolorosa dinamica della relazione affettiva con i genitori, ai quali è dedicato il libro,  l’offerta d’amore che la poetessa fa loro s’infrange di fronte alla mancata rielaborazione dell’accaduto. La madre, a cui pure  si sente legata da un’eredità fedele e concorde, si pensa come rea mai confessa,  e il padre resta pervicacemente  chiuso in un lutto precoce e negato. Ne deriva l’angosciante conclusione : Sono l’altra figlia di un padre orfano. Per questo Felicia Buonuomo  rimane sulla soglia della  sua  vita  eppure ricerca sempre  il rapporto con  l’altro  :  Amo ./ Rincorro,/il tuo amore ridicolo; Io e l’altro :/amore , da sempre, non corrisposto.Sangue corrotto”, come dice Franca Alaimo,  si colloca  nell’ambito della “poesia confessionale” , originaria degli Stati Uniti negli anni ’50 e’60 con Anne Sexton e Silvia Plath e affermatasi in Italia dagli anni ’70 come espressione immediata ed emozionale del soggetto. Nell’opera di Felicia  il valore confessionale della scrittura s’intreccia con l’impegno di parlare di un aspetto della società odierna a proposito della violenza fisica e psicologica sulle donne. L’intimo sentire dell’Autrice è reso nei testi con   immagini forti legate al corpo e alle cose: occhio nero, segni viola, schiena, cuore, gola, bivio, binari, asfalto, destinazione, deragliamento, lenzuola.  È una poesia asciutta, ricca di pathos sotteso, che tende alla prosa,  come lei stessa dice  : “Racconto  in versi quello che vedo, oltre a quello che vivo e sento. E la disfunzione relazionale è più frequente di quanto si immagini”. Frequente la dichiarazione dell’intima  drammatizzazione del disagio vissuto,  nell’uso del  verbo dire : nessuno si salva da solo, dite; R. dice che sto sbagliando; M. dice di non avermi mai tradita..; Lui dice che faccio la vittima./ La dottoressa dice che lo sono. Il linguaggio  denotativo, i sintagmi piuttosto brevi,   incisi dal punto fermo, quasi battute di personaggi  teatrali fra cui anche l’Autrice,  eludono, per quanto è possibile in poesia,  l’empatia  con il lettore, ammesso nella fabula  per quanto del suo vissuto  emerge alla coscienza  di Felicia, con rare  allusioni a quanto vi si nasconde.

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *