NEW MEDIA E MINORI
- Editore
- Gen, 14, 2015
- Laboratori
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L’alleanza pedagogica – Scuola e famiglia
Progetto a cura di:
Dott.ssa Giuseppina Bongiorno , Dott.ssa Giovanna Monastero , Dott.ssa Antonina Saverino
Introduzione
I media alimentano, animano e influenzano continuamente la vita intellettuale, affettiva e sociale di tutti e in particolare quella dei bambini e degli adolescenti, influendo e condizionando sempre di più la loro esistenza. Dai mezzi di comunicazione di massa i giovani attingono elementi importanti per costruire la propria identità e la propria visione del mondo, i propri modelli di salute, benessere, comportamento sociale, la rappresentazione del mondo del lavoro, del consumo, della società in generale. La televisione, internet ed i telefonini cellulari, hanno modificato non solo i modi di comunicare, ma anche di pensare, di apprendere e di studiare, utilizzare la parola come veicolo di comunicazione efficace è sempre più difficile, poiché la forma di comunicazione più immediata e potente è l’immagine, ed è proprio quest’ultima che viene utilizzata dai media. La scuola si trova di fronte ad una grande sfida, che non riguarda soltanto l’alfabetizzazione ai media (cioè insegnare ad utilizzare qualche programma di base al computer), ma soprattutto l’educazione ad un pensiero critico rispetto ai mezzi di comunicazione e ai loro messaggi , cioè lo sviluppo di una serie di competenze non solo di utilizzo, ma di comprensione. È fondamentale insegnare ai bambini e ai ragazzi a capire i meccanismi dei mezzi di comunicazione. Se il ruolo della scuola è quello di fornire strumenti e conoscenze per l’interpretazione della realtà, la decodifica del linguaggio e dei messaggi dei media, e in particolare di quelli di ultima generazione. L’obiettivo principale dell’ educazione ai media è quello di favorire lo sviluppo di un approccio critico ai media, ovvero fornire agli allievi conoscenze teoriche e pratiche necessarie per comprendere appieno forme e contenuti dei mezzi di comunicazione di massa (produzione, organizzazione, fruizione e messaggi).
Lo studio, l’analisi e il confronto sul linguaggio e sui messaggi prodotti dai media, in particolare dalla televisione, sono inoltre un’occasione per approfondire lo studio e la comprensione del presente e offrono svariate opportunità per percorsi di approfondimento da realizzare nelle scuole. L’ attuale società della comunicazione fa vivere i bambini all’interno di un mondo nel quale esperimentano sempre meno direttamente ed acquisiscono una conoscenza sempre di più “mediata”. Accanto alle potenzialità positive di una diffusione dei media e in particolare dei new media, esistono anche rischi e pericoli che non possono essere sottovalutati L’educazione e la partecipazione ai media è un diritto del bambino. Secondo la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia Gli Stati parti riconoscono l’importante funzione svolta dai mass- media e devono assicurare che il fanciullo abbia accesso a informazioni e a programmi provenienti da diverse fonti nazionali ed internazionali, in particolare a quelli che mirano a promuovere il suo benessere sociale, spirituale e morale, nonché la sua salute fisica e mentale (art. 17); il fanciullo ha diritto alla libertà di espressione (art. 13); gli Stati parti devono assicurare al fanciullo capace di formarsi una propria opinione il diritto di esprimerla liberamente ed in qualsiasi materia (art. 12)”.
Una riflessione sul rapporto tra i bambini ed i media non può prescindere dall’analisi dei valori e dei modelli di comportamento che i ragazzi ricevono dai media. Non era mai accaduto che ad una intera generazione del pianeta fossero proposti gli stessi miti, gli stessi modelli di comportamento attraverso cartoons e serials televisivi mandati in onda in tutti o quasi i paesi del mondo.
La sempre più rapida espansione dell’impiego delle reti telematiche offre evidenti benefici, in particolare nel settore dell’ educazione e della formazione, in quanto mette nuovi strumenti a disposizione dei minori, abbassa le barriere alla creazione e alla distribuzione dei contenuti, nonché offre ampio accesso a fonti sempre più ricche di informazione senza distinzioni culturali e linguistiche. La facilità di accesso e di immissione di contenuti, al contempo, impone un più attento esame dei contenuti stessi e della loro provenienza.
Al fine di attuare un efficace prevenzione e tutela dei minori nelle reti telematiche il nostro Progetto si pone l’obiettivo di individuare linee di indirizzo volte a sviluppare un rapporto sempre più costruttivo tra i mezzi di comunicazione ed i minori, contribuendo ad armonizzare i contenuti e le modalità di utilizzo dei media con i processi educativi. Per conseguire tale obiettivo, saranno effettuati studi ed analisi sulle possibilità offerte dalle nuove tecnologie comunicative, valorizzando la piena partecipazione dei reali protagonisti del processo formativo, al fine di individuare un quadro di riferimento flessibile ed organico che consenta, tra l’altro, di aumentare il contributo fornito dai codici di autoregolamentazione alle azioni di prevenzione e tutela.
La rapidità con cui viaggia la comunicazione sulla Rete, quasi in tempo reale, la caratteristica reticolare e l’economia del servizio rendono Internet estremamente vantaggioso a diversi livelli: dalla ricerca scientifica all’attività delle aziende, dalla scuola al lavoro, dai servizi all’associazionismo. Tuttavia, accanto a queste potenzialità positive, esistono dei rischi nell’accesso ad Internet, soprattutto per i bambini. Primo fra tutti la possibilità di accedere, senza volerlo, ai siti di pedofili o comunque a siti finalizzati allo sfruttamento dei minori, anche da un punto di vista commerciale.
E’ indubbio che Internet resta per ora un “luogo” privo di regolamentazione e ciò non può che comportare dei pericoli per i soggetti deboli, come appunto i bambini e gli adolescenti. Esistono già delle “help lines” ed un sistema di “filtering software” che tentano di arginare l’accesso a questi siti, tuttavia il loro intervento è ancora frammentario e non così diffuso. Le organizzazioni non governative impegnate nella tutela dei minori premono da tempo, insieme alle associazioni dei consumatori, perché si adottino misure efficaci per proteggere i bambini da questi rischi. Il Consiglio d’Europa sta predisponendo un documento contro il crimine on line che potrebbe diventare storico: una ” Magna Charta ” che dovrebbe vincolare i paesi firmatari a varare, adeguare ed armonizzare le proprie leggi per combattere i pedofili, trafficanti e terroristi della Rete. Già da qualche anno, per la verità, la Unione Europea pone particolare attenzione all’impatto della “rivoluzione informatica” sui bambini. Nel 1996 la Commissione Europea ha pubblicato il Green Paper on the Protection of Minors and Human Dignity e nel 1997 la Communication on Illegal and Harmful Content on the Internet . Questa pubblicazioni hanno provocato un ampio dibattito sui problemi connessi con la protezione dei minori nei servizi audiovisivi e di informazione, come appunto la televisione ed Internet. Come diretta conseguenza di ciò si è avuto un Action Plan che stabilisce iniziative relative alle hotlines, la creazione di sistemi di filtro e classificazione e una campagna di sensibilizzazione ed informazione sui possibili rischi per gli utenti di Internet. Nel 1998 il Consiglio europeo dei Ministri ha adottato una Commission Recommendation relativa allo sviluppo della industria europea audiovisiva ed alla protezione dei minori e della dignità umana. La Raccomandazione, che ha valore legale, mira a definire le linee guida per la legislazione nazionale dei Paesi della Ue e copre tutti i media elettronici. In particolare le aziende televisive sono invitate a collaudare nuovi metodi digitali di controllo da parte dei genitori ( codici personali, filtering software, ecc. ). Allo stesso tempo ai providers dei servizi in Internet viene chiesto di sviluppare codici deontologici ed applicare meglio la normativa vigente. Questa Raccomandazione è strettamente collegata al Action Plan on Promoting Safe Use of the Internet adottato dal Consiglio e dal Parlamento europeo il 25 gennaio 1999. Per quanto riguarda specificatamente la televisione vogliamo citare Television without Frontiers Directive , adottato dalla Commissione europea nel giugno 1997, che vieta i programmi televisivi dannosi per lo sviluppo fisico e psichico del bambino. Come richiesto dall’art. 22B di questa Direttiva, la Commissione europea ha pubblicato una Communication on Parental Control of Television Broadcasting il 30 giugno 1999 che si ricollega alla precedente Council Recommendation del 1998. Allo stesso tempo la Ue ha adottato recentemente programmi di sostegno allo sviluppo di una industria audiovisiva europea come il Media Plus , che si svolgerà nel quinquennio 2001- 2005. In Italia da tempo si dibatte il problema del rapporto media e minori e si è tentato di regolamentare la materia anche e soprattutto attraverso codici di autoregolamentazione che sono proliferati (13 o forse più al momento attuale) nel corso di questi anni : dalla Carta di Treviso del 1990 con il Vademecum del 1995 alla Carta dei Doveri, al Codice Deontologico affiancati da vari organismi come il Comitato Tv e Minori, la Commissione Parlamentare di vigilanza, lo stesso Consiglio nazionale degli utenti . Nonostante la presenza di una normativa a tutela dei minori resta sempre la scuola, l’agenzia privilegiata per il monitoraggio e la rilevazione del disagio giovanile degli abusi perpetrati nei loro confronti. Inoltre, soltanto attraverso una corretta l’educazione e la presenza di adulti di riferimento che i giovani possono divenire gli uomini di domani.
La dilagante cultura delle immagini sta cancellando i concetti, rendendo sempre più debole la nostra capacità di comprendere attraverso l’elaborazione concettuale.
Tutto ciò crea pericolosi pregiudizi alla capacità, soprattutto delle giovani generazioni, di esercitare in maniera critica, quel diritto/dovere di cittadinanza che non può a nostro avviso esistere se non attraverso l’esercizio critico delle idee.
Viviamo in un contesto culturale in cui possibili manipolazioni non sono determinate dalle cose che sappiamo, ma dalla mancanza di discernimento tra le varie informazioni che riceviamo.
In realtà, in una società fortemente caratterizzata da una molteplicità di mezzi di comunicazione, supportati dalle diverse tecnologie, è necessario pensare e realizzare una integrazione tra la cultura dei media e la cultura della scuola.
Alcuni studiosi, considerano, ad esempio, la televisione come un “campo simbolico” (Anderson M. E., Anderson A., Education for the television age, Charles C. Thomas, Springfield 1981) che “…svolge una importante funzione all’interno delle pratiche attraverso le quali la nostra cultura si costruisce (…). Il problema è che questo grande contenitore di simboli non è per nulla lineare; anzi, esso si presenta piuttosto come una macchina complessa, i cui messaggi vengono compresi in maniera
diversa in rapporto al tipo di contesto, di competenze e di abilità critica del ricettore (Rivoltella P. C., Media Education: modelli, esperienze,profilo disciplinare, Carocci editore 2001).
La scuola deve costruire dei percorsi di apprendimento specifici, rivolti a sviluppare negli allievi la competenza comunicativa mediatica, caratterizzata dalla comprensione e dall’uso di nuovi linguaggi, dalla capacità di utilizzare i media in modo produttivo per organizzare, codificare ed esprimere in modo creativo i dati dell’esperienza, dall’interpretazione, valutazione critica e rielaborazione personale dei messaggi.
L’alfabetizzazione ai linguaggi mediali, l’analisi critica dei messaggi e delle strategie comunicative, l’uso creativo e consapevole delle potenzialità espressive proprie dei diversi media e dei loro linguaggi, rendono, infatti, il minore capace di rapportarsi consapevolmente ad essi.
Come distinguere, allora, una comunicazione in grado di emanciparci, da una comunicazione abile e dissimulatrice? Sapendo innanzitutto che una comunicazione completamente disinteressata non esiste e che ogni parola e ogni immagine contengono simbolicamente un elemento di potere .
La vera questione sta nella selezione, nel grado di priorità da dare alle diverse informazioni e, soprattutto, nella maggiore o minore legittimità nel divulgare determinate notizie. La consapevolezza di questo fatto è un primo elemento di conoscenza. Maggiore diventa la nostra consapevolezza, maggiore sarà la crescita culturale e conoscitiva della persona.
Il corso tenuto dai soci dell’associazione “volo” intende promuovere un percorso di studio , di ricerca e di formazione/informazione sull’educazione ai media, rivolto agli insegnanti , agli studenti ed ai genitori di alcuni Istituti secondari del territorio provinciale;
l’obiettivo è quello di sviluppare, prima negli insegnanti, poi nei ragazzi ed infine alle famiglie, una capacità di lettura critica dei media e l’adozione di strategie di ricezione delle informazioni più consapevoli, offrendo al contempo agli alunni la possibilità di utilizzare i mezzi di comunicazione di massa per sviluppare la loro creatività. Infatti, un’esperienza di media education nella scuola significa anche sollecitare gli insegnanti ad elaborare un progetto formativo che, lavorando sui media e con i media, permetta al ragazzo di conoscere i media e di viverne l’esperienza in modo più esplorativo e creativo (Falcinelli F., Un curricolo di media education nella scuola di base: indicazioni generali, in “Intermed”, n. 1, aprile 2003).
In questo percorso formativo si è voluto proporre la Media Education come costruzione di pensiero critico, come acquisizione di abilità non solo tecniche ma anche di competenze riferite alla comprensione critica dei testi, circa la natura, il linguaggio, le categorie ed i generi dei media al fine di costruire messaggi e produrre senso.
In tale contesto sono stati, inoltre, analizzati i condizionamenti che i media subiscono da parte di fattori economici, politici e ideologici e l’impatto che essi hanno sul pubblico.
La M.E., così come è stata pensata in questo progetto, non ha, quindi, una natura puramente difensiva, limitata, cioè, a “proteggere” i minori dagli effetti negativi dei media, ma vuole essere, piuttosto, una proposta finalizzata a fornire una competenza mediale, affinché i ragazzi acquisiscano la capacità di comprendere e confrontarsi con l’universo dei media visti come sistema integrato, sapendo poi creare, a loro volta, nuove forme di espressione e di comunicazione.
La M.E. assume, così, anche una connotazione sociale e politica: si rivolge, infatti, al “cittadino”, in modo che non sia un semplice fruitore acritico dei media, ma sappia “percepirsi” consapevolmente come spettatore di rappresentazioni della realtà.
Se ci si basa sulla considerazione fatta da McLuhan, uno dei “teorici dei media”, così definiti da Thompson (John B.Thompson, Mezzi di comunicazione e modernità – Una teoria sociale dei media, il Mulino1998, pag.17), secondo cui “il medium è il messaggio”, si comprende come non si può prescindere dalla conoscenza del mezzo che veicola un’informazione, per la corretta decodifica del messaggio stesso: una insufficiente padronanza del mezzo porta inevitabilmente alla mancata comprensione o, cosa ancor più grave, al fraintendimento dell’informazione trasmessa.
Senza la padronanza del mezzo, perciò, sembra impossibile arrivare a quella “conoscenza” intesa come strumento di formazione, ma soprattutto di creazione di cultura.
Da qui la necessità sempre più pressante di creare nella scuola uno spazio per l’incremento di un percorso di “…alfabetizzazione mediale (media literacy), nella duplice ottica di un’educazione ai media (i media come oggetto di analisi critica) e con/attraverso i media (i media come sussidio didattico e come mezzo di espressione/comunicazione)”- (dal “Piano nazionale per la media education –Giovani e media”, Prof. Roberto Giannatelli).
La proposta formativa intende saldare gli orizzonti teorici con il possesso degli strumenti della comunicazione mass-mediale e multimediale, l’attitudine alla ricerca con l’animazione culturale e la progettazione educativa.
Pertanto, la cooperazione tra istituzioni ed agenzie, l’integrazione tra i saperi e le tecnologie e la sinergia della cultura pedagogico-didattica con la cultura semiologia e sociologica, ne costituiscono il fulcro.
Il progetto è dunque caratterizzato da un’interazione programmata tra Università , scuola e famiglie, tra studiosi , insegnanti e genitori, tale da mantenere costantemente alto il livello motivazionale legato all’acquisizione di nuove competenze e , soprattutto rinsaldare l’alleanza pedagogica.
Pensare ad un intervento di media education nella scuola significa sollecitare gli insegnanti ad elaborare un progetto formativo che, lavorando sui media e con i media, permetta al ragazzo di conoscere i media nei loro molteplici aspetti e dunque di viverne l’esperienza in modo più esplorativo e creativo. Inoltre, l’informazione alle famiglie consente una migliore prevenzione degli abusi ed la progettazione di strategie comuni per un corretto e consapevole uso dei nuovi media.
Esecutori del progetto
Associazione “VOLO” nelle persone dei soci:
Dott.ssa Giuseppina Bongiorno lezioni frontali interattive e attività laboratoriale
Dott.ssa Giovanna Monastero lezioni frontali interattive e attività laboratoriale
Dott.ssa Antonina Saverino lezioni frontali interattive e attività laboratoriale
Finalità
RI- COSTRUIRE l’alleanza pedagogica attraverso un fronte coeso di collaborazione di tutte le agenzie formative, elaborando strategie comuni d’intervento ed utilizzando efficacemente tutti i canali comunicativi.
Attraverso percorsi di analisi critiche guidate, la conoscenza dei media, con una particolare attenzione a quelli di ultima generazione, con i pericoli in essi contenuti e abilmente celati, e la discussione su ciò che i media possono diventare in un utilizzo attivo e creativo. Utilizzando il mezzo di comunicazione di massa per ideare e costruire prodotti comunicativi alternativi – pubblicità in cui non vi siano prodotti in vendita ma idee, telegiornali scolastici, format culturali, siti internet, video, prodotti grafici. Strumenti con cui trasformare bambini e ragazzi da utenti passivi e ricettivi della comunicazione di massa in soggetti capaci non solo di valutare e scegliere, di individuare i messaggi e i tentativi di condizionamento, ma di proporre alternative valide agli stili comunicativi basati sempre più sull’intrattenimento. Tutto ciò nella convinzione che solo passando dalla parte di chi fa, agisce, ponendosi dall’altra parte dello schermo il bambino e il ragazzo possono divenire consapevoli dei meccanismi di condizionamento dei media, della loro apparente semplicità, della costruzione della realtà che questi quotidianamente pretendono di riflettere.
Il corso prevede tre aree di azione:
Formazione docenti
Il percorso, di formazione incentrato sull’educazione ai media per un totale di 20 ore, al fine di promuovere la conoscenza e l’analisi dei nuovi media, analizzandone i differenti linguaggi e le singole modalità di comunicazione.
Gli obiettivi generali del percorso formativo sono:
- Sviluppare una capacità di lettura critica dei media ;
- Adottare nuove strategie didattiche attraverso la conoscenza della Media Education e della New Media Education;
- Prevenire abusi perpetrati attraverso i nuovi media.
Formazione studenti
Il percorso formazione incentrato sull’educazione ai media per un totale di 10 ore, al fine di promuovere la conoscenza e l’analisi dei nuovi media, analizzandone i differenti linguaggi e le singole modalità di comunicazione.
Gli obiettivi generali del percorso formativo sono:
- Sviluppare una capacità di lettura critica dei nuovi media ed una ricezione consapevole dell’informazione;
- Prevenire abusi perpetrati attraverso i nuovi media ;
- Possibilità di utilizzare i mezzi di comunicazione di massa per sviluppare la creatività e per il lavoro scolastico.
Informazione e formazione genitoriale
Il percorso informazione incentrato sull’educazione ai media per un totale di 6 ore, al fine di promuovere la conoscenza dei nuovi media, i diversi linguaggi e le singole modalità di comunicazione.
Gli obiettivi generali del percorso formativo sono:
- Informare le famiglie al fine di far acquisire un’ autonomia per un uso consapevole dei nuovi mezzi digitali;
- Effettuare un controllo sull’uso dei new media da parte dei figli;
- Prevenire abusi perpetrati attraverso i nuovi media .
Incontri periodici tra i diversi attori della comunicazione coinvolti nel progetto, ore 4.
Tempi : 40 ore
Costi
Euro 80 per ogni ora di lezione dell’esperto e euro 200 per spese di cancelleria.
Totale euro 3.400.
Si prevede, infine, un’attività di monitoraggio e di raccolta dati attraverso la somministrazione di questionari indispensabili per una ricerca/azione di New Media Education.
Formazione docenti
L’informazione e la formazione
per l’educazione e la prevenzione
Obiettivi specifici
- conoscere i meccanismi della comunicazione e l’evoluzione nel tempo;
- conoscere la storia dei mass media , la loro evoluzione ed i loro meccanismi intrinseci con una particolare attenzione a quelli di ultima generazione, con i pericoli in essi contenuti;
- riconoscere e prevenire gli abusi perpetrati dai nuovi media a danno dei minori;
- trasformare i nuovi media in uno strumento di lavoro e di prevenzione degli abusi;
- lavorare con i media e soprattutto con quelli di ultima generazione e le nuove tecnologie nella scuola;
- attivare e gestire percorsi formativi nel campo dei media e del nuovi media;
- generare nei docenti la consapevolezza sulle problematiche connesse all’analisi scientifica della comunicazione nella formazione (educazione ai media) e della formazione alla comunicazione (educazione con i media), sviluppare capacità critiche;
- consentire interventi pertinenti al lavoro di ricerca nel settore della media education e della New Media Education.
Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di frequenza.
Il percorso didattico e la sua articolazione
Il corso è svolto da docenti specializzati che prestano servizio nelle scuole statali, esperti in tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti e consociati dell’associazione VOLO. Il percorso didattico è articolato in 5 lezioni frontali interattive per un totale di 20 ore. Durante le lezioni gli allievi apprenderanno nozioni teoriche e pratiche di conoscenza ed analisi dei mezzi di comunicazione di ultima generazione, dei loro diversi linguaggi la prevenzione agli abusi perpetrati attraverso l’uso sconsiderato delle nuove tecnologie. Il corso si propone, inoltre, di analizzare alcune modalità di analisi critica dei media, con ipotesi didattiche percorribili nel mondo della scuola. Il corso affronta separatamente e progressivamente i diversi mezzi di comunicazione, ovvero aspetti specifici di ciascun mezzo, analizzando le aree della normativa, della prevenzione e della vigilanza. I nuovi mezzi di comunicazione sui quali il nostro progetto ha prioritariamente concentrato gli studi sono la televisione, la rete Internet, ed i cellulari di ultima generazione ed i videogiochi; nella considerazione sia dell’utilizzo diffuso di tali strumenti nelle famiglie, sia del potenziale di crescita dei servizi offerti.
Il corso, inoltre, si propone di far conoscere l’attuale normativa che regola la produzione mediatica nel nostro paese.
Il Corso di Formazione ai docenti è strutturato in tre moduli principali dedicati rispettivamente:
- La comunicazione ed i nuovi media: analisi dei linguaggi e dei sistemi produttivi nel campo mediale (Analisi del prodotto comunicativo e culturale);
- Rilevazione degli abusi sui minori e nuovi media e relativi aspetti normativi;
- La Media Education e la New Media Education: I media come strumenti e metodi di formazione con particolare attenzione alla progettazione e organizzazione delle attività educative e didattiche.
Attività
Lezione introduttiva – Prima lezione
Docenti: Monastero – Saverino
Durata: quattro ore
- Presentazione del corso alla classe di allievi
- Breve introduzione al concetto di comunicazione
- Evoluzione storica e sociale dei mezzi di comunicazione
- Breve introduzione allo studio dei mass media, in particolare a quelli di ultima generazione
Seconda lezione
Docenti: Monastero
Durata: quattro ore
I nuovi media
Terza lezione
Docenti: Bongiorno
Durata: quattro ore
- I media e l’abuso sui minori – la normativa vigente
- Rilevazione e prevenzione dell’abuso sui minori
- Proiezione video I^e II^ Parte
- Realizzazione di un questionario per la prevenzione degli abusi sessuali sui minori
Quarta lezione
Docenti: Saverino
Durata: quattro ore
La media education
Quinta Prima lezione
Docenti: Monastero – Saverino
Durata: quattro ore
Progettazione e organizzazione delle attività educative e didattiche di media education
Strumenti
Televisione,videoregistratore,cassette VHS, DVD, Divx, computer, fotocopie, lettore MP3, telefoni cellulari,videogiochi.
Formazione studenti
Il nostro laboratorio nelle scuole
Strumento di prevenzione primaria
Obiettivi specifici
Far acquisire ai ragazzi le seguenti competenze:
- acquisire conoscenza degli elementi tecnici che sottostanno al media audiovisivo;
- analizzare le caratteristiche linguistiche del media audiovisivo;
- analizzare le caratteristiche linguistiche del testo pubblicitario
- comprendere la funzione di rappresentazione della realtà operata dal media e le modalità con cui si presenta l’informazione;
- costruire la struttura di una “sequenza informativa”;
- produrre in modo cooperativo, utilizzando il medium audiovisivo, la comunicazione di una notizia.
Attività
Verranno realizzate delle attività didattiche che hanno come scopo prioritario quello di stimolare gli allievi a realizzare dei testi mediali (dei “mini Tg” costituiti da due servizi giornalistici interamente creati dai ragazzi) costruiti sull’esempio e con le tecniche tipiche dei prodotti televisivi.
Queste attività consentiranno agli allievi, guidati dagli insegnanti e da alcuni esperti , di esprimere con linguaggi nuovi, la propria creatività e, nello stesso tempo, di conoscere attraverso un fare partecipato, gli stessi strumenti mediali così da comprenderne le complesse variabili e divenire fruitori consapevoli.
Il tutto basato su una didattica attiva che ha privilegiato il lavoro di gruppo orientato alla elaborazione di un Telegiornale, in modo che gli allievi potessero sperimentare una modalità di lavoro scolastico più partecipato in cui si apprende attraverso un fare, e si fa insieme discutendo e rielaborando in gruppo quanto appreso, secondo la tradizione del learning by doing.
Un’attività che metterà gli allievi nella condizione di conoscere e utilizzare linguaggi diversi da quello alfabetico, normalmente utilizzato nella scuola e di sperimentare relazioni diverse tra allievi ed insegnanti.
Verrà privilegiato l’apprendimento cooperativo , attraverso il quale possono essere favorite il confronto di esperienze e la rielaborazione in gruppo, la riflessione sulla propria esperienza di fruitore, l’individuazione di problemi, l’elaborazione di strategie di cambiamento nel comportamento degli spettatori.
Per garantire la validità scientifica del progetto, si farà uso di alcuni strumenti metodologici che permetteranno la raccolta dei dati considerati di particolare interesse per la ricerca stessa. In tutte le attività proposte la metodologia adottata metterà al centro l’allievo con i propri interessi, i propri ritmi, le proprie esperienze.
Il progetto che vuole essere efficace richiede, inoltre, una costante azione di osservazione e di monitoraggio oltre che un momento di valutazione finale.
L’uso di specifiche tecniche sia quantitative (questionari, schede di osservazione) che qualitative (diari di bordo, narrazioni, focus gruop e brainstorming), permetterà di documentare la realizzazione del progetto e di attuare un monitoraggio, in modo costante e sistematico, delle diverse fasi.
Valutazione dei discenti
Verrà valutato non solo il risultato dell’alunno, ma tutta l’azione didattica, per conoscere meglio il percorso attivato, per comprenderne il senso formativo, per regolare progressivamente gli interventi, rendendoli sempre efficaci, efficienti e pertinenti, per orientare l’azione stessa, per decidere con maggiore consapevolezza le strategie da attuare, al fine di cambiare, migliorare, innovare.
Per questo l’attività di documentazione obiettiva sarà accompagnata da un elemento di valutazione dell’azione didattica rispetto agli obiettivi formativi definiti.
Un percorso di monitoraggio deve basarsi, infatti, sulla comprensione di quali siano stati gli elementi che hanno prodotto un cambiamento e su una valutazione della coerenza del cambiamento in relazione agli obiettivi posti.
Informazione e formazione genitoriale
Genitori e New Media
Obiettivi specifici
- Favorire l’avvicinamento dei genitori ad iniziative che permettano la loro crescita in competenze educative e sensibilità sociali.
- Fornire ai genitori gli strumenti adeguati per capire e interagire con i loro figli sul tema della comunicazione mediale, utilizzando anche loro i media per avvicinare maggiormente i ragazzi e non essere completamente al di fuori di una parte importante del loro vissuto quotidiano.
- Aspetti normativi.
La formazione genitoriale prevede un breve corso di media education:
- come “leggere” i nuovi media;
- i nuovi media ed in particolare i cellulari ed i video giochi, come risorsa e rischio per gli adolescenti;
- conoscere le istituzioni preposte per la tutela dei minori.
Attività
- Il primo prodotto da realizzare sarà la presentazione degli argomenti dei nostri incontri attraverso un power point: in questo modo dalla semplice “conferenza”, si passa ad un approccio multimediale e diventa più facile coinvolgere successivamente il genitore in un laboratorio.
- La seconda tappa è quella di realizzare un DVD, utilizzando parti di film e materiale informativo da divulgare.
Il progetto prevede, inoltre, incontri periodici tra gli attori della comunicazione coinvolti nel piano di lavoro hanno la funzione precipua di rinsaldare l’alleanza pedagogica.
I materiali di ricerca raccolti saranno oggetto di studio e di una successiva pubblicazione.
Progetto a cura di:
Dott.ssa Giuseppina Bongiorno
Dott.ssa Giovanna Monastero
Dott.ssa Antonina Saverino
Concerto Brandeburghese
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