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Emanuela Mannino EPPURE  Poesie -ed Controluna

 

 

“Eppure” è il titolo delle poesie di Emanuela Mannino edite da Controluna. L’uso della congiunzione avversativa  ha la funzione di mettere il lettore in “situazione”  rimandandolo  a una “condizione” non espressa a parole , ma già presente nel pensiero della poeta, che sembra così sollecitarlo a trarre dal testo quel che il testo non dice, ma pre-suppone. La poeta   stabilisce così un rapporto di comunicazione dominante  col lettore, quello che R. Barthes  ha definito  complementare. La sottintesa preistoria logico-emozionale di “Eppure”, dà umanità alla poesia di Emanuela, la carica di significato, e attraverso  l’oltranza delle parole realizza   quel quid al quale le parole da sole non arrivano, come diceva E. Montale. L’oltranza semantica, ottenuta disarticolando le categorie grammaticali e lavorando sugli aspetti fonici delle parole,  fonda con coerente costanza  la poiesis di Emanuela Mannino. Dice bene  Franca Alaimo nella prefazione : l’insistente tessitura timbrico-musicale realizzata con l’uso delle più efficaci figure retoriche di suono. Qualche esempio:

E non dire-/dare; la posa/osa;forte/ ce l’ha a morte;di notte esala di sale/ il sole s’ isola nell’esile incanto/nero manto; affanni cent’anni.

Il cardine delle 50 poesie  raccolte nel volume  è l’ esserci : io c’ero / per esserci ora come   presenza consapevole e attenta  nella natura: sento la cima primavera/ fiorire nel silenzio ; e  nella relazione con gli altri. Ora  è risoluta  presa d’atto di  chi è “passato/ come un fastidio inutile/ un sole sporco;  infuso di mali /che non bevo più oppure  silenzio  che  rifiuta di rimestare parole ambulanti, o anche  il concedersi al godimento infinito / del trionfo/d’un amore subliminale. Di fronte a  questo senso dell’esserci che dimora   fra le diagonali del vento, il senso della mancanza, dell’assenza pur percepita, non è drammatico, ma si apre all’accettazione della vita: Degna /la mia Vita,di lacrime ed errori/di sogni in volo/di mani bianche/di risvegli di guerra. E in questo il valore di  conservarsi bambina con le favole tra i denti/ e il pianto fra i capelli. Il desiderio di essenzialità nell’affrontare la vita in modo sobrio :  sii una banalità di luce/ una candela di Natale dimenticata..sii quanto basta/ per essere uno scatto di immenso/sul libro dell’Eternità. Il sentimento del tempo nelle poesie  si fa  interiore,  scandito dal cuore. L’orologio senza lancette  a forma di cuore,  a cui rimanda la copertina, è simbolo di  salvaguardia della vita più intima e nello stesso tempo sottrazione al cerchio della ripetizione costrittiva. La poeta vuole raggiungere  una  libertà che non conosce riva d’approdo certo,  che si fa  nel verso sostanza  ritmica che ora si modula in andamento armonioso ora in zoppicante o frantumato movimento. La dedica in esergo  “Alla vita” e soprattutto  la frase del  poeta mistico persiano Gialal Al –Din Rumi “Il dolore ti prepara alla gioia”,  che rimanda  a quell’emozione che si prova quando un desiderio viene esaudito, chiariscono  il senso che il dolore assume  nelle poesie di Emanuela, dove  compare spesso ma lascia sempre un varco verso un superamento, una nascita, “ ho un briciolo di pane / ancora buono/ per il davanzale/ delle primavere vergini”,  “ora la bianca neve nascente” .  La poesia è per Emanuela Mannino, come lei stessa afferma, momento vitale della crescita umana, rifugio, consolazione, forza motrice di cambiamento, desiderio e respiro di bellezza. E’ flusso dinamico di coscienza .Vive nascosta,  ma deve diffondersi, propagarsi come il cerchio quando tiri un sasso nell’acqua. Se lanci il sasso, qualcosa accade, qualcosa si muove, riprendendo l’immagine di  Concetta Giorgi in Circolare Poesia.

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