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DARIO FO

Roma . Dario Fo - fotografo: benvegnù - guaitoli - lannutti

Il 13 ottobre è morto a novant’anni  Dario Fo, premio Nobel per la letteratura. Nel 1975 il giornalista Paolo Calcagno sul Corriere dell’informazione ha pubblicato un’intervista all’attore nella quale gli chiedeva come si sarebbe  comportato se gli Accademici Svedesi avessero deciso di assegnarli il Nobel. Fo rispose che mai avrebbe indossato il frac per l’occasione e che tutta la cerimonia gli sarebbe sembrata  una commedia. Ma il 9 ottobre del 1997 quando  l’Accademia gli assegnò il Nobel per la letteratura con la motivazione : Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati, Fo, rigorosamente in frac e ben osservante  del protocollo della cerimonia ( vedi iudicio uman come spesso erra, avrebbe detto Ludovico Ariosto), commentò: “Con me hanno voluto premiare la Gente di Teatro”. L’originalità del teatro di Fo ha avuto  radici popolari e contadine e ne ha conservato  intatte  diffidenza e ostilità istintive nei confronti del potere,  nella contrapposizione tra mondo dei potenti e mondo dei poveri cristi e  nell’esaltazione   della  vitalità istintiva e della gioia di vivere. Le sue pièce hanno ravvisano in ogni argomento il grottesco, il rovesciamento, l’illogico ed espresso  l’attacco ai luoghi comuni della cultura ufficiale e scolastica. Il suo ruolo è stato quello dell’attore-stregone la cui magia  è però palese e chiara. In Mistero buffo, pièce dissacratoria su papa Bonifacio VIII, del ’69, Fo ha adoperato per la prima volta il grammelot una lingua teatrale composta da suoni senza senso che imitano  parole o discorsi reali, accompagnata da una forte espressività mimico-gestuale. La scelta del grammelot  ha espresso l’atteggiamento polemico di Fo  nei confronti del teatro borghese ed ha assunto la funzione di scardinare la condizione passiva dello spettatore, spingendolo a capire la scena rappresentata per potere realizzare lo scopo  per cui è andato a teatro: il divertimento. Sulla scena Fo è stato magnetico, guida affascinante e indiscussa nell’esplorazione del mondo alla rovescia. 

(Gabriella Maggio)

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