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ALLA RIVA

Alla  riva di un mare antico

dove l’onda cristallina

sbatte  sui  sassi levigati

il sigillo del tempo

addolcisce  la mia forma

Indugiano  stanche le  sirene

ripetono  il fischio rauco del treno

ancora luminose  nel mattino

mentre  l’onda  limpida si sfa dolcemente

riluce sorella nei tuoi   occhi

e nell’ attimo svela  tutta la vita.

Gabriella   Maggio

Commenti  alla poesia

Pietro Manzella

Il tempo della vita, che scorre inesorabilmente per tutti gli esseri umani, è il messaggio principale di questo componimento. Le onde del mare ,sempre uguale ,riescono a scalfire e levigare anche le rocce più antiche.
La limpidezza del vissuto e l’amore, superano ostacoli e lusinghe ,che ci  hanno accompagnato sul treno di ogni giorno e scompaiono, come onda limpida e cristallina, sugli scogli visti da sempre, rappresentano, invece, messaggi di coraggio e determinatezza.Infine ,una visione di tenera e consolatrice realtà avvolge l’Autrice allorchè , adagiata  accanto alla persona amata, come sorella silenziosa e complice del senso della vita, si lascia avvolgere dai suoi occhi ,come onda che si acquieta sulla riva del mare di sempre. Componimento pieno di emozioni e nuovo nella forma.

Fabrizio Sapio

Cara Gabriella, complimenti per il premio e soprattutto per la tua poesia che resta densa nel cuore.

Carmelo Fucarino

Evanescenze

Nello scorrere del tempo, nello sviluppo dei luoghi che si dipanano davanti tutti gli uomini, qualunque sia il grado di sensibilità e di capacità di osservazione, di intelligenza e sapienza, vive immerso nei luoghi e nel tempo, che sono sempre scintille che si rifrangono nelle pupille e da lì si fissano in un gruppo di cellule cerebrali. Ed esse rimangono nel tempo come attimi eccezionali che nella selezione della memoria possono sopravvivere fino all’estrema vecchiaia. Certamente il poeta ha quelle capacità di  saperle fissare in immagini che sono a tutti percepibili e da fatto strettamente personale si esteriorizzano e possono essere colte da chiunque nella loro eternità e fissità. Qui quel rapporto luogo-tempo si è espresso in tante scintille che sono tutte esplosioni di sensazioni sorte dalla visione della riva di un mare che viene fissato nella sua eternità di fronte alla fralezza e labilità della presenza umana. E questa sua estensione nel tempo, la sua ampiezza cronologica si sviluppa in movimento e suono, in una forza che spinge l’onda pura e brillante come un cristallo, la violenza dell’urto e l’asprezza sui sassi che si addolciscono in un tempo ben preciso.Esso per tutti è un luogo mistico in cui la finitezza e determinatezza dei paesaggi e oggetti terrestri, colline e alberi, uomini e animali nella loro simbiosi con le piante si stende in un’onda uniforme o agitata e sfuma in un infinito che si nasconde dietro la linea dell’orizzonte. Il vicino e l’infinito che ci ammalia, ma che ci lascia sperduti nella sua evanescenza. Perciò le malie antiche che ammaliano e stordiscono con il loro canto. Poi il vicino, declivio o continuità con la terra, luogo di incontro tra questi due mondi estranei ed opposti. E nella percezione del presente che rimanda il rifrangersi dell’onda, l’antica perenne malia, quelle dee che hanno ammaliato gli uomini con falsi paradisi. E nel loro inganno, nel richiamo terrestre del rauco treno, quella dolcezza si scioglie in un inno alla vita. Uno spiraglio di luce sorella che si espande e abbaglia, tra cielo e mare, disvela tutta una vita. Nella semplicità della visione in quel variare di punti di vista e  di sensazioni, si coglie quello spirito che ci fa eterni.

Nicola Chiappisi

Cara Gabriella, ancora una volta mi regali grandi emozioni. La sensazione prevalente che mi ha suscitato la lettura di questa tua meravigliosa poesia “Alla riva” è quella della fluidità. Fluido è il moto dell’onda del mare, fluide sono le onde di luce, fluido è il tempo che passa, fluida è la nostra vita. È un attimo e il riflesso di un’onda limpida che si sfa dolcemente e riluce negli occhi dell’altro è occasione per il disvelarsi di una vita. Il tempo che passa conferisce più dolcezza al modo di apparire (e forse anche di essere), le seduzioni incantatrici, luminose al mattino, ora indugiano stanche e salutano con un canto che ha il suono d’addio del fischio rauco, quasi disperato, di un treno che se ne va.

 

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