25 Novembre 2021
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- Nov, 25, 2021
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Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne
A tutte le donne l’omaggio della poesia.
Una vita negata
Greve è la notte sulla tua pelle secca.
Fra le rughe scivolano rivoli di sangue,
non senti più il sapore da tempo immemorabile,
cadono giù intersecando calde lacrime.
Non ricordi più quando
il supplizio è iniziato,
ricordi una vita nuda
fatta di tormenti e fatica.
Paura e dolore,
silenzio, tanto silenzio.
Ma al pensiero non si dà limite
e allora voli oltre le nuvole,
nel sogno di una vita d’amore.
Non hai conosciuto carezze,
solo lividi sulla pelle avvizzita dal pianto.
Ricordi i giorni bui dell’orrore,
quando accartocciata su te stessa
ti nascondevi nell’angolo buio della casa
nella speranza che non ti scorgesse.
Ma puntualmente arrivava
non c’è parte del tuo corpo che è stata risparmiata
ma l’ anima no, la tua anima è rimasta bianca,
non è riuscita a sporcarla col sangue.
Ora guardi dinanzi a te,
il sole ha preso colore
l’ aria è diventata limpida
e tu vuoi respirare
per godere della vita
che non hai avuto.
Rosa Maria Chiarello
Tutti i diritti riservati
La violenza non è mai amore
Grandi occhi scuri
tradiscono la paura
Un bicchiere frantumato
contro il muro…
il legno sconquassato
di una sedia…
Tutto è immobile
I raggi del sole penetrano
dalle persiane socchiuse
come sbarre taglienti
bruciano sulla pelle
I suoi passi si allontanano
ma tu, gonfia e livida,
rimani stretta in quell’angolo
nella sconfitta di un amore malato
Myriam De Luca
Tutti i diritti riservati
Tra donne
Nascosta in un cono d’ombra
copri le ferite dell’ amore
e docile preghi arcobaleno di pace
Nel letto sfatto infuria ebbro il possesso
truccato d’amore nel monito del silenzio
Puoi svelare l’inganno se abbandoni la pietà
se dici che anch’io donna uguale a te
sorella madre figlia
sono rimasta muta davanti a te.
Gabriella Maggio
Tutti i diritti riservati
Carestia d’amore
Il cielo oggi piange
lacrime intrise
di odio
rancori
egoismo
viltà
sete di denaro
arroganze
indifferenze
Guerre insanguinate
pallottole
di fuochi mitragliatori
scalfiscono appena
la pelle inaridita
dei popoli martoriati
La falce bendata
semina
vincitori e vinti
oppressi ed oppressori
buoni e cattivi
senza sconti di pietà
L’alcol non restituisce
la vita che muore
Il ballo delle tribù
invocato nei giardini rimasti
vuoti
evoca ritmi
di frenesie globali
I carri armati
privi del nemico visibile
restano nelle rimesse
come ospedali
per la salvezza
Una preghiera corale
si alza alle stelle
dalle chiese
dai minareti
dalle sinagoghe
per gustare
il perdono mai chiesto
ma non perduto
L’uomo
copre il viso
e ritrova Pilato
che deterge i peccati
del credo abbandonato
mentre gocce di rimorsi
bagnano
visi intrisi di paure
Il minuscolo
Mercurio dell’inferno
semina panico
e distruzione
Adolescenti increduli
anziani che parlano
alle foglie che cadono
dall’albero della vita
trasformati in birilli
di cristallo
Inni alla gioia
cantano “Requiem”
di dolori
Libertà di trasgressioni
insana realtà
soffocata dal ritrovato
calore familiare
nell’attesa
che ritorni
l’abbondanza
dell’amore vero.
Pietro Manzella
Tutti i diritti riservati
Concerto Brandeburghese
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