25 APRILE 2016
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- Apr, 26, 2016
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Oggi ricorre il settantunesimo anniversario della Liberazione. L’eco dei commenti echeggia nei mezzi di comunicazione con le interpretazioni degli storici, le celebrazioni ufficiali, le testimonianze dei protagonisti, sempre meno numerosi di anno in anno. Sul web tante immagini con bandiere tricolore, sponsorizzate dai luoghi di svago dove trascorrere la festa. La Liberazione diventa il pretesto della vacanza, del tempo libero dagli impegni di lavoro, perde il suo slancio ideale. Lo scollamento tra le istituzioni ed il cittadino è evidente, non soltanto perché il cittadino si è mutato in consumatore, ma perchè si sente demotivato e deluso dal rimbombo mediatico del susseguirsi degli scandali e delle ruberie. Ne trae un senso di irrimediabile pessimismo che lo spinge a concentrarsi su se stesso e rimuovere la cronaca e anche la storia. Non sembra possibile nel breve, ma anche nel lungo periodo, mettere un freno a questa deriva. Si dovrebbe agire su diversi fronti: l’educazione, la ricostruzione della fiducia e dell’interesse per la politica, la ripresa della situazione economica generale. Tutte richiedono tempo per dare risultato. Intanto la società cambia in fretta e settantuno anni sono molto lunghi per chi vive in un eterno presente sempre connesso con tutti. La storia non va d’accordo con un twitter o un sms, vuole un’attenzione diversa. Oggi si fa surf culturale, si resta sulla superficie, si corre via con un touch. (Gabriella Maggio)
Concerto Brandeburghese
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